Cosa fare
quando a casa
arriva una calopsitta!
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arriva una calopsitta!
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arriva una calopsitta!
Che cosa mi serve?
Alimento
Gabbia
Snacks
Bagnetto
Osso di seppia
Fondo gabbia
Bastoncino
Integratori
Nido
Juta
Giochi
Accessori gabbia
Che cosa mi serve?
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Gabbia
Snacks
Bagnetto
Osso di seppia
Fondo gabbia
Bastoncino
Integratori
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Juta
Giochi
Accessori gabbia
La calopsitta
La calopsitta (Nymphicus hollandicus (Kerr, 1792)), chiamata dai molti erroneamente calopsite, è un uccello della famiglia dei Cacatuidi.
È l’unica specie appartenente al genere Nymphicus.
Indipendente, intelligente, dolce, curioso, giocoso, tranquillo, adattabile, poco impegnativo, facile da allevare e addestrare.
Amano interagire con i loro proprietari e membri della famiglia, ma sono al tempo stesso pappagalli indipendenti e non hanno problemi se si lascia la casa anche per lunghi periodi.
La lunghezza media va da 28 a 35 cm, vive 15-20 anni e, se curata adeguatamente, può arrivare anche a 25.
La calopsitta raggiunge la maturità sessuale a circa 18-20 mesi d’età e in natura si riproduce dopo la stagione delle piogge, in cavità all’interno degli alberi di eucalipto.
In seguito ad una fase di corteggiamento, avviene l’accoppiamento e la femmina dopo una decina di giorni inizia a deporre da 3 a 7 uova con intervalli di 1-2 giorni l’una dall’altra.
Sia il maschio che la femmina covano a turno le uova e dopo 20-21 giorni si ha la schiusa.
I piccoli vengono imboccati dai genitori e possono lasciare il nido dopo una trentina di giorni, ma possono continuare ad essere alimentati dai genitori fino a 8-10 settimane di età.
Alimentazione
La razione di semi deve contenere in prevalenza miglio, scaiola, panico, avena e in minima parte lino e canapa.
Oltre ai semi offrire sempre e insistere nel far mangiare al pappagallo, frutta, verdura di stagione e anche erbe prative come la piantaggine, il tarassaco o la malva, raccolte lontano da strade trafficate e inquinate.
Tutta la frutta può essere offerta al pappagallo ad eccezione dell’avocado che contiene una tossina tossica e non eccedere in agrumi, kiwi e uva. Anche tutti i vegetali si possono somministrare al pappagallo, ad eccezione del prezzemolo, patata cruda, cipolla e aglio.
La calopsitta
La calopsitta (Nymphicus hollandicus (Kerr, 1792)), chiamata dai molti erroneamente calopsite, è un uccello della famiglia dei Cacatuidi.
È l’unica specie appartenente al genere Nymphicus.
Indipendente, intelligente, dolce, curioso, giocoso, tranquillo, adattabile, poco impegnativo, facile da allevare e addestrare.
Amano interagire con i loro proprietari e membri della famiglia, ma sono al tempo stesso pappagalli indipendenti e non hanno problemi se si lascia la casa anche per lunghi periodi.
La lunghezza media va da 28 a 35 cm, vive 15-20 anni e, se curata adeguatamente, può arrivare anche a 25.
La calopsitta raggiunge la maturità sessuale a circa 18-20 mesi d’età e in natura si riproduce dopo la stagione delle piogge, in cavità all’interno degli alberi di eucalipto.
In seguito ad una fase di corteggiamento, avviene l’accoppiamento e la femmina dopo una decina di giorni inizia a deporre da 3 a 7 uova con intervalli di 1-2 giorni l’una dall’altra.
Sia il maschio che la femmina covano a turno le uova e dopo 20-21 giorni si ha la schiusa.
I piccoli vengono imboccati dai genitori e possono lasciare il nido dopo una trentina di giorni, ma possono continuare ad essere alimentati dai genitori fino a 8-10 settimane di età.
Alimentazione
La razione di semi deve contenere in prevalenza miglio, scaiola, panico, avena e in minima parte lino e canapa.
Oltre ai semi offrire sempre e insistere nel far mangiare al pappagallo, frutta, verdura di stagione e anche erbe prative come la piantaggine, il tarassaco o la malva, raccolte lontano da strade trafficate e inquinate.
Tutta la frutta può essere offerta al pappagallo ad eccezione dell’avocado che contiene una tossina tossica e non eccedere in agrumi, kiwi e uva. Anche tutti i vegetali si possono somministrare al pappagallo, ad eccezione del prezzemolo, patata cruda, cipolla e aglio.