STARTER KIT: Cosa fare quando a casa arriva una calopsitta

/STARTER KIT: Cosa fare quando a casa arriva una calopsitta
STARTER KIT: Cosa fare quando a casa arriva una calopsitta 2021-01-27T16:37:24+00:00

Cosa fare
quando a casa
arriva una calopsitta!

Cosa fare
quando a casa
arriva una calopsitta!

 

Che cosa mi serve?

  • Alimento

  • Gabbia

  • Snacks

  • Bagnetto

  • Osso di seppia

  • Fondo gabbia

  • Bastoncino

  • Integratori

  • Nido

  • Juta

  • Giochi

  • Accessori gabbia

Che cosa mi serve?

  • Alimento

  • Gabbia

  • Snacks

  • Bagnetto

  • Osso di seppia

  • Fondo gabbia

  • Bastoncino

  • Integratori

  • Nido

  • Juta

  • Giochi

  • Accessori gabbia

La calopsitta

La calopsitta (Nymphicus hollandicus (Kerr, 1792)), chiamata dai molti erroneamente calopsite, è un uccello della famiglia dei Cacatuidi.
È l’unica specie appartenente al genere Nymphicus.

Indipendente, intelligente, dolce, curioso, giocoso, tranquillo, adattabile, poco impegnativo, facile da allevare e addestrare.
Amano interagire con i loro proprietari e membri della famiglia, ma sono al tempo stesso pappagalli indipendenti e non hanno problemi se si lascia la casa anche per lunghi periodi.

La lunghezza media va da 28 a 35 cm, vive 15-20 anni e, se curata adeguatamente, può arrivare anche a 25.
La calopsitta raggiunge la maturità sessuale a circa 18-20 mesi d’età e in natura si riproduce dopo la stagione delle piogge, in cavità all’interno degli alberi di eucalipto.

In seguito ad una fase di corteggiamento, avviene l’accoppiamento e la femmina dopo una decina di giorni inizia a deporre da 3 a 7 uova con intervalli di 1-2 giorni l’una dall’altra.
Sia il maschio che la femmina covano a turno le uova e dopo 20-21 giorni si ha la schiusa.
I piccoli vengono imboccati dai genitori e possono lasciare il nido dopo una trentina di giorni, ma possono continuare ad essere alimentati dai genitori fino a 8-10 settimane di età.

Scarica la scheda starter kit

Alimentazione

La razione di semi deve contenere in prevalenza miglio, scaiola, panico, avena e in minima parte lino e canapa.
Oltre ai semi offrire sempre e insistere nel far mangiare al pappagallo, frutta, verdura di stagione e anche erbe prative come la piantaggine, il tarassaco o la malva, raccolte lontano da strade trafficate e inquinate.

Tutta la frutta può essere offerta al pappagallo ad eccezione dell’avocado che contiene una tossina tossica e non eccedere in agrumi, kiwi e uva. Anche tutti i vegetali si possono somministrare al pappagallo, ad eccezione del prezzemolo, patata cruda, cipolla e aglio.

La calopsitta

La calopsitta (Nymphicus hollandicus (Kerr, 1792)), chiamata dai molti erroneamente calopsite, è un uccello della famiglia dei Cacatuidi.
È l’unica specie appartenente al genere Nymphicus.

Indipendente, intelligente, dolce, curioso, giocoso, tranquillo, adattabile, poco impegnativo, facile da allevare e addestrare.
Amano interagire con i loro proprietari e membri della famiglia, ma sono al tempo stesso pappagalli indipendenti e non hanno problemi se si lascia la casa anche per lunghi periodi.

La lunghezza media va da 28 a 35 cm, vive 15-20 anni e, se curata adeguatamente, può arrivare anche a 25.
La calopsitta raggiunge la maturità sessuale a circa 18-20 mesi d’età e in natura si riproduce dopo la stagione delle piogge, in cavità all’interno degli alberi di eucalipto.

In seguito ad una fase di corteggiamento, avviene l’accoppiamento e la femmina dopo una decina di giorni inizia a deporre da 3 a 7 uova con intervalli di 1-2 giorni l’una dall’altra.
Sia il maschio che la femmina covano a turno le uova e dopo 20-21 giorni si ha la schiusa.
I piccoli vengono imboccati dai genitori e possono lasciare il nido dopo una trentina di giorni, ma possono continuare ad essere alimentati dai genitori fino a 8-10 settimane di età.

Alimentazione

La razione di semi deve contenere in prevalenza miglio, scaiola, panico, avena e in minima parte lino e canapa.
Oltre ai semi offrire sempre e insistere nel far mangiare al pappagallo, frutta, verdura di stagione e anche erbe prative come la piantaggine, il tarassaco o la malva, raccolte lontano da strade trafficate e inquinate.

Tutta la frutta può essere offerta al pappagallo ad eccezione dell’avocado che contiene una tossina tossica e non eccedere in agrumi, kiwi e uva. Anche tutti i vegetali si possono somministrare al pappagallo, ad eccezione del prezzemolo, patata cruda, cipolla e aglio.

Scarica la scheda starter kit

I NOSTRI MARCHI